A COSA SERVONO LE PIAZZE VUOTE?

Per motivi tecnici settimana scorsa è stato annullato l’ennesimo evento organizzato in città, nonostante gli sforzi e le energie investite in un’attività di interesse comunitario e non per scopi di lucro

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Domenica 27 maggio, in Piazza Verdi, si sarebbe dovuta tenere l’ultima Agorà del progetto Giovani Sinergie Comasche, di cui anche noi di Fuorifuoco facciamo parte. Frutto di un percorso nato nel novembre 2022, l’iniziativa prevedeva di creare dei momenti di condivisione e confronto tra i giovani e il resto della cittadinanza per parlare del bisogno di luoghi di aggregazione in città, che da anni lasciano un grande vuoto nell’esperienza di tante ragazze e ragazzi.

Due giorni prima dell’evento arriva un comunicato di mancata autorizzazione all’iniziativa. «Dopo precedenti rassicurazioni e presa in carico da parte dell’autorità competente, il Comune non ci ha autorizzato a utilizzare la piazza – annuncia Sinergie in un post su Instagram -. […] Ci è stato detto che la decisione è motivata da ostacoli tecnici impossibili da superare. Ci chiediamo, a questo punto, se le motivazioni tecniche siano realmente insormontabili e soprattutto se la politica non possa preservare il suo legittimo spazio di agibilità».

Le principali difficoltà che hanno determinato l’annullamento dell’intera iniziativa sono state di natura prettamente tecnica. La Commissione incaricata aveva già confermato la fattibilità dell’evento verso metà maggio, autorizzando l’occupazione del suolo pubblico, ma imponendo un ulteriore adempimento: quello di presentare un piano per la sicurezza, un documento redatto da un professionista e il cui costo oscilla tra i 500 e i 1000 euro. Stefano Martinelli, referente del progetto, in quanto addetto antincendio a rischio elevato, aveva già inviato una descrizione della gestione dell’iniziativa, allegando la planimetria di piazza Volta e segnalando eventuali vie di fuga. Questo programma era stato successivamente valutato di un livello più alto rispetto a quello richiesto dai piani sicurezza, viste le ristrette dimensioni dell’evento, tanto che anche AREU (Croce Rossa) aveva qualificato l’iniziativa come “evento a basso rischio”.

La mattina di venerdì 26 maggio, dopo 5 giorni di silenzio e svariate sollecitazioni da parte del gruppo, arriva un comunicato in cui si riporta che la Commissione tecnica aveva ritenuto incompleta la documentazione e che, di conseguenza, non autorizzava l’evento, proprio in mancanza di un documento firmato per il piano sicurezza. Visto il poco preavviso per Sinergie non è stato possibile rimediare. «Abbiamo deciso comunque di produrre il documento richiesto, facendoci carico del relativo costo, perché tecnicamente era ancora possibile autorizzare l’iniziativa – scrive Sinergie -. Certo, non una procedura usuale, ma possibile e forse doverosa da parte di un’Amministrazione comunale di fronte all’impegno e alla passione di tante associazioni cittadine, ma la Commissione ha contestato lo scadere dei termini per presentarlo». A livello formale non c’è nulla da obiettare: il motivo dell’annullamento dell’evento è dovuto a un ritardo nella consegna del piano sicurezza. «Non c’è nessuna volontà politica dietro, purtroppo interfacciandoci con la pubblica amministrazione ci sono delle burocrazie, dei tecnici e tutta una serie di passaggi che è doveroso fare per rispettare le regole», ha affermato l’assessora alle politiche giovanili Francesca Quagliarini.

La principale perplessità in merito all’accaduto, però, riguarda il ruolo che il Comune ricopre all’interno del progetto, essendo partner ufficiale. «Ci aspettavamo che fosse il Comune a gestire la parte delle autorizzazioni e i permessi – racconta Martinelli -. La risposta che abbiamo avuto è che giuridicamente per loro non era possibile farlo, cosa che in realtà non è corretta». Questa prima difficoltà nell’organizzazione ha poi determinato il ritardo nella presentazione degli adempimenti necessari per la realizzazione degli eventi in piazza.

A margine di quanto accaduto sono state fatte alcune considerazioni. La prima riguarda la possibilità del Comune di andare in deroga, ossia di agire in via eccezionale rispetto alla norma vigente, cosa che inizialmente si era ritenuta possibile per Agorà, soprattutto considerando il ruolo del Comune all’interno del progetto, ma che poi non si è concretizzata. La seconda afferisce invece alle procedure burocratiche che sistematicamente rendono molto difficile, se non quasi impossibile, realizzare eventi da parte di enti e associazioni.

Quanto accaduto a Sinergie non è un caso a sé stante, ma è un ulteriore tassello che contribuisce a comporre un triste scenario: quello di una città che soccombe a regole stringenti, incapace di organizzarsi e di tutelare e riconoscere il valore della cultura, perseguendo invece dei ferrei parametri di sicurezza richiesti per qualsiasi tipo di evento, grande o piccolo che sia. Niente da dibattere sull’importanza di tutelare cittadini e cittadine, ma è importante che i requisiti di sicurezza non diventino delle regole fini a sé stesse, costringendoci a scegliere di restare a casa, per essere sicuri che nessuno si faccia male.

Questi problemi strutturali stanno portando alla cancellazione e al rinvio di iniziative anche già consolidate e che per anni hanno animato la nostra città. Quelle che provano timidamente a nascere, invece, vengono scoraggiate dalle scadenze, dai budget e dai numerosi documenti richiesti. Le cifre necessarie per i piani sicurezza non sono accessibili a tutti e stanno diventando uno scoglio insormontabile, soprattutto per le piccole associazioni e i piccoli gruppi no profit che non riescono a sostenere spese così importanti per organizzare eventi di portata anche molto ristretta. Proporre e realizzare iniziative a Como è diventato un privilegio di pochi che se lo possono permettere. Qualora si sia in grado di pagare quelle somme, rimane il problema tecnico. Lo sforzo, infatti, non è considerevole solo a livello economico, ma anche a livello burocratico, per via dei molti adempimenti richiesti, per i portali sempre più difficili da consultare e per l’incertezza che si incontra durante l’intero percorso organizzativo, senza avere chiaro a chi rivolgersi in caso di necessità o di eventuali dubbi.

Ecolario, il festival ambientale che quest’anno si è svolto nella sua terza edizione, dal 5 al 7 maggio, ha ricevuto i permessi solo il giorno prima del suo inizio, peraltro senza ottenere il patrocinio del Comune, nonostante fosse un evento che si stava organizzando da gennaio e nonostante la pratica fosse stata ripresentata per ben 3 volte.

Domenica 28 maggio è stata annullata la terza tappa del giro d’Italia di Handbike, “per difficoltà logistiche e soprattutto problematiche di sicurezza sul percorso

Le piazze di Como sono diventate un mero luogo di transito, in cui sostare per qualche drink il sabato sera per divertirsi a bassa voce, senza schiamazzi né troppo entusiasmo. Bisogna tenere a mente, però, che le piazze sicure non sono quelle vuote. Quelle sono solo piazze morte.

Articolo di Emma Besseghini