Anche la giunta lo sa: Como non è una città per giovani

Qualche mese dopo la nostra lettera aperta, abbiamo chiesto un’intervista all’assessora alle politiche giovanili Francesca Quagliarini per parlare di spazi, socialità, opportunità per giovani nella nostra città. E per sapere quali sono le idee della giunta sul tema. Questo è quello che ci ha detto.

Como è una città per giovani?

No. Credo comunque che non lo sia stata neanche negli scorsi anni, non è un problema emerso solo in questo momento, e sicuramente a seguito della pandemia si è aggravato. Guardiamo poi anche alla scelta universitaria: molti ragazzi sopra i 19 anni scelgono di andare altrove a studiare, e questo è significativo.


Perché la situazione è questa?

Prima di tutto la mancanza di luoghi di aggregazione, che è un problema di cui sento parlare molto spesso quando mi confronto con alcune realtà del territorio. Sicuramente un valore aggiunto della città è la possibilità di realizzare eventi e manifestazioni, soprattutto d’estate, grazie alla presenza del lago, di parchi, di luoghi strategici come Villa Olmo, ma il problema degli spazi rimane.


In che modo si vuole risolvere il problema?

Sappiamo che lo sport è una priorità per i ragazzi e un punto fondamentale del programma che abbiamo portato avanti in campagna elettorale è stato proprio la riapertura degli spazi sportivi per loro.


E poi?

Poi ci sono i centri civici, che sono presenti non solo in centro ma anche in periferia e che vengono assegnati alle associazioni annualmente attraverso un bando, anche se al momento sono sottoutilizzati. Quello che mi sto impegnando a fare in questo periodo è preparare il nuovo bando, che sarà pubblicizzato attraverso il sito del Comune e con comunicazioni alle singole associazioni, così che anche i ragazzi possano essere a conoscenza di questa possibilità, che non credo sia molto conosciuta. Sicuramente non è un modo di risolvere del tutto il problema, però penso che avere la possibilità di avere un luogo dove incontrarsi, discutere dei problemi della città e del proprio quartiere, in fasce orarie in cui i luoghi sono destinati solo alle associazioni che ne hanno fatto richiesta, sia comunque importante.


Una strategia che possa risolvere la carenza cronica nel lungo periodo?

Il bando sui centri civici è un passo che nel breve periodo posso fare io personalmente, dato che rientra proprio nelle mie competenze. Di sicuro dobbiamo cercare di portare a termine un progetto più ampio e abbiamo altri quattro anni e mezzo per farlo. Vogliamo realizzare eventi più attrattivi per i giovani, cosa che abbiamo cercato di fare nel periodo natalizio con “Natale a Como”. Lavoreremo anche per la stagione estiva in questo senso.


A proposito di altre strategie, ci sono 48 immobili dismessi a Como di proprietà del comune. C’è la volontà politica di lavorare per rimetterli in sesto e farci dei luoghi di aggregazione, anche per cittadini, giovani o meno, che non fanno parte di associazioni?

Può sicuramente essere un progetto futuro, ma purtroppo in questi casi i tempi si allungano perché è necessario fare tutta una serie di accertamenti tecnici per via dell’inagibilità di immobili che non sono stati manutenuti per molto tempo. Poi se vogliono essere gestiti da delle persone bisogna fare un bando, una gara. Mesi a disposizione ne abbiamo ancora 52 ed è qualcosa che terremo sicuramente in considerazione. La stessa cosa vale per il Politeama: il primo passo è stato acquistarlo e poi, una volta che sarà messo a posto, ragioneremo sulla destinazione migliore.

A luglio si annunciava un progetto di riqualifica del parco Negretti di Rebbio, anche con la creazione di una micro impresa sociale per la gestione del chiosco “park cafè” da parte dei giovani. Cosa è stato fatto ad oggi?

Abbiamo fatto dei sopralluoghi e disboscato l’area attorno all’immobile, che in realtà è in condizioni disastrose. Stiamo valutando se sistemarlo o abbatterlo e costruirne un altro. Al parco Negretti, poi, c’è anche il Centro Oasi, un centro di aggregazione giovanile che al momento viene utilizzato da studenti delle scuole elementari e medie per attività di laboratorio o aiuto compiti. Da settembre ragioneremo anche sulla possibilità di utilizzare questo centro per rispondere al bisogno di spazi per i giovani.

 

E invece riguardo allo skatepark in piazza Roma di cui tanto si è parlato in campagna elettorale?

Conosco molto bene uno degli skater di San Francesco che mi ha spesso manifestato la necessità di avere uno luogo di incontro, oltre a farmi presente che in altre città è stato possibile realizzarlo. Per piazza Roma ci siamo confrontati con i residenti che hanno sottolineato la criticità di ospitare uno sport come lo skate che comporta un certo rumore, un certo fastidio, in una zona che ospita diversi palazzi condominiali. Il sindaco e l’assessore Ciabattoni hanno fatto una serie di sopralluoghi anche in altre zone per trovare un luogo alternativo ma questo è tutto quello che so al momento.

 

E invece a che punto siamo per la casa della cultura in via Natta?

Si, un un’idea che abbiamo portato avanti in campagna elettorale è stata quella di realizzare delle aule studio in Palazzo Natta, anche perché via Natta è strategica per la presenza dell’Informagiovani, della Biblioteca Comunale dove si ritrovano i ragazzi, e di Spazio Natta, dove vengono fatte delle esposizioni. Abbiamo fatto un sopralluogo a settembre e il problema è sempre quello della manutenzione del palazzo, e quindi prima bisognerà rendere agibile la struttura e poi eventualmente destinarne una parte anche ai giovani.

 

L’intervista è stata fatta il 23 febbraio e l’abbiamo pubblicata a distanza di qualche settimana per esigenze editoriali interne. Nel frattempo, il bando sui centri civici di cui parla l’assessora non è stato pubblicato e, notizia di pochi giorni fa, la giunta ha deciso di chiudere i centri di Camnago Volta, Civiglio, Monte Olimpino e Tavernola.

Articolo di Riccardo Soriano